Exhibition view, Open Air, on-line group show, Luce Gallery, Turin, 2020, Courtesy the artists and Luce Gallery
Danielle DeJesus, El Piraguero, 2020, acrylic and pumice on vinyl table cloth, 30.4 x 40.6 cm (12 x 16 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Dal 24 aprile al 22 maggio, Luce Gallery presenta la mostra on-line “Open Air”, che riunisce gran parte degli artisti rappresentati: Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Caitlin Cherry, Robert Davis, Danielle DeJesus, Amaryllis DeJesus Moleski, Derek Fordjour, February James, Grace Lynne Haynes, Hugo McCloud, Peter Mohall e Martha Tuttle. La collettiva è visitabile sul sito web della galleria, www.lucegallery.com.
I lavori, inediti eccetto pochissime eccezioni, sono accomunati dal formalismo estetico che ognuno degli artisti coinvolti possiede come base della propria ricerca. Attraverso media e linguaggi diversi, le opere esprimono originalità, elemento fondante sia della personalità artistica che del programma di Luce Gallery.
Questo primo progetto espositivo virtuale nasce dalla volontà di reciproco supporto in un momento internazionalmente complesso a causa della pandemia del Coronavirus COVID-19.
La pratica artistica di Stephan Balkenhol deriva dal Minimalismo e dall'Arte Concettuale degli anni Settanta e dal suo desiderio di riportare la figura nella scultura contemporanea rielaborando soggetti classici. Lo scultore tedesco scava da un unico blocco di legno, creando figure in miniatura a cui applica colori brillanti. Suo il bassorilievo “Woman with braid” (2017) dipinto con perfezione.
Attingendo al proprio vissuto e ispirandosi a racconti, mitologie e alla storia afroamericana, Dominic Chambers affronta temi della black identity. Nei dipinti di grande formato “Untitled (Gabriel in Blue)” (2020) e “Blue summer swing time” (2020) riflette sullo stigma sociale e sfida associazioni attribuite al corpo nero, raffigurandolo in momenti di meditazione e contemplazione all’interno di scenari inventati. L’artista afroamericano si interroga sul concetto del velo di W. E. B. Du Bois, secondo cui l’uomo nero è separato da una linea di colore, che gli impone una duplice visione con gli occhi dei bianchi di cui percepisce i pregiudizi.
La pratica pittorica di Caitlin Cherry si contraddistingue per un personale uso del colore, che trasmette all’osservatore un senso di forte energia. L’artista afroamericana guarda sia alla storia dell'arte che alle teorie culturali più sperimentali dell’epoca odierna satura di tecnologia. I soggetti dei suoi lavori, anche installativi, sembrano interessati alla distorsione di ossessioni e simboli della società americana. I dipinti figurativi, tra cui “Cypher” (2020), esplorano l'effetto di polarizzazione e inversione della tecnologia di monitoraggio a cristalli liquidi (LCD) negli schermi malfunzionanti o inclinati. Il risultato diventa metafora della sovraesposizione e colonizzazione di corpi femminili neri nella cultura e nella musica popolare.
I lavori di Robert Davis raffigurano oggetti e persone della sua infanzia a Norfolk in Virginia, negli anni Settanta. Gli acquerelli su carta, come “Tanya” (2020), “Bobby” (2020) e “Angela” (2020), assieme agli oli su tela e i disegni in grafite potrebbero svelare un multiforme ritratto dello stesso artista. Difatti, la ritrattistica è da sempre presente nella sua ricerca basata sul costante interesse per la fluida interrelazione di esperienza, psicologia e identità. Intrisi di nostalgia, i soggetti nelle opere sono profondamente personali e non.
Danielle DeJesus riflette su questioni politiche e principalmente sui traumi subiti da immigrati negli Stati Uniti, dipingendo spesso sulle banconote dei dollari. Attraverso la propria pratica, l’artista documenta inoltre la sua esperienza di americana con origini afro-portoricane. Adattando uno stile di pittura “occidentale” per rappresentare persone di colore, chiarisce le complessità delle identità Black e Brown. I suoi lavori in mostra sono “El Piraguero” (2020) e “Last of a dying breed” (2020).
Ad Amaryllis DeJesus Moleski appartengono i due acquerelli su carta “Glisteninglisteninglistening” (2020) e “The Taker Takes (the fame remains)” (2020). L’artista queer afro-portoricana affronta la rappresentazione di donne - queer, femme, marroni e nere -, che a lungo sono state escluse dalla narrativa artistica dominante. Interessata al simbolismo delle immagini, ma anche appassionata di storie fantastiche e alla mitologia, disegna e dipinge figure femminili del futuro che formano un linguaggio visivo con cui raccontare creazioni terrene e cosmiche. Corpi sinuosi con un terzo occhio si congiungono ad elementi terreni, come arcobaleni, pioggia, pietre, ossa, fiori e tuoni. Il suo immaginario si ispira a illustrazioni alchemiche, religiose, spirituali e antiche, concepite per essere lette come testi.
Il tema centrale nel lavoro di Derek Fordjour è l'esplorazione della "game-ification" nelle strutture sociali e l’intrinseca vulnerabilità dell’essere umano all'interno di una competizione. L’artista ghanese-americano ragiona sulle implicazioni politiche, strategie individuali e collettive, come anche sul ruolo dello spettacolo e relativi interessi. Negli ultimi dipinti torna sui soggetti delle folle e degli eventi sportivi per affrontare le relazioni di potere, i flussi di capitale e la disuguaglianza nella società e nei sistemi economici degli Stati Uniti. I quattro atleti neri di “Four Man Sweep” (2020) sono un team di rematori.
February James si ispira ad una narrazione autobiografica, che cattura l’essenza delle persone. Traendo dalla propria identità e da esperienze vissute nell’ambiente familiare, smaschera il Sé nei momenti che sono difficilmente accessibili. Interessata alla proiezione che l’osservatore elabora sull’opera, l’artista afroamericana dipinge e disegna volti, che esprimono emozioni profonde e spesso celate, come quelli di “Sorrell” (2020), “Roux” (2020) e “Rooney” (2020). Attraverso colori accesi e forme distorte rappresenta l’intangibile del nucleo emotivo, così come può apparire nei ricordi e nei sogni.
Il lavoro di Grace Lynne Haynes, che comprende “Almost a child” (2019), indaga l'esperienza femminile afroamericana e la sua relazione con il colore, l'estetica e la diaspora africana. La sua pratica comprende l'archiviazione di immagini di figure femminili nere nell’America del passato e del presente. L’artista afroamericana si ispira spesso ai loro ritratti eleganti degli anni Sessanta e utilizza soprattutto colori pastello, che di solito non vengono associati alla femminilità delle donne nere.
L’artista afroamericano Hugo McCloud esplora da sempre temi legati al valore del lavoro e all’economia sociale. La sua ricerca rivolge interesse e attribuisce bellezza a materiali non convenzionali, solitamente scartati o ignorati, che manipolati incoraggiano nell’osservatore nuove percezioni. I lavori più recenti, tra cui “Banana Head” (2020), sono realizzati con panelli di legno ricoperti da strati di colorati sacchetti merchandise di plastica, fusi con il calore, e ritraggono facchini, riciclatori di rifiuti e lavoratori incontrati durante viaggi in India, Asia, Africa e America Latina. I grandi pesi caricati sui loro corpi sono reali e per tale motivo queste persone meritano rispetto.
La nuova serie di dipinti di Peter Mohall, che include “Kvinna och hund i skogen” (2020) e “The fourth woman (study for the flower market)” (2020), unisce due approcci pittorici differenti: il motivo figurativo e il suo indice di colore, che consiste in brevi e uguali tratti ispirati a precedenti pitture astratte. Visivamente dal contrasto di questa compresenza sulla tela di juta scaturisce un dialogo. L’artista svedese esamina l'alternanza delle proprietà delle pennellate e l'autenticità pittorica, nonché il cambiamento dei valori ottici del colore. Da una parte l’interazione dei colori e strati nell’immagine raffigurata, dall’altra il gesto cromatico isolato lateralmente.
I lavori di Martha Tuttle catturano le sfumature effimere del tempo e della natura. L'artista americana utilizza pigmenti naturali, anche dalla terra nella sua casa in Nuovo Messico. Le sottili variazioni dei colori e delle ombre derivano da azioni di sfregamento e piegatura. Lo strato più esterno delle opere è coperto da tessuti leggermente drappeggiati. Realizzati con lana filata a mano e per ore battuti con un martello, gli intrecci vengono tinti ripetutamente per ottenere la giusta intensità di colore. Le morbide superfici assorbono la luce e altresì possiedono una propria luminescenza, mentre la frammentazione conserva lo spazio per l'immaginazione. Per questa occasione, invece, vengono presentati gli acquerelli con grafite su carta “When the first strands of gray hair started growing from his beautiful head and his noble chin” (2020) e “Then the Lady Eos stopped coming to his bed” (2020).
Stephan Balkenhol (1957, Fritzlar, Hessen, Germania) vive e lavora a Karlsruhe, Germania, e Meisenthal, Francia.
Dominic Chambers (1993, Saint Louis, Missouri, Stati Uniti) vive e lavora a New Haven, Connecticut.
Caitlin Cherry (1987, Chicago, Stati Uniti) vive e lavora a New York e Richmond, Virginia.
Robert Davis (1970, Norfolk, Virginia, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Danielle DeJesus (1987, Bushwick Brooklyn, New York, Stati Uniti) vive e lavora a Bushwick Brooklyn, New York.
Amaryllis DeJesus Moleski (1985, Bordeaux, Francia) vive e lavora a New York.
Derek Fordjour (1974, Memphis, Tennessee, Stati Uniti) vive e lavora a New York.
February James (Washington, D.C., Stati Uniti) vive e lavora a Los Angeles, California.
Grace Lynne Haynes (1992, Los Angeles, California, Stati Uniti) vive e lavora a Newark, New Jersey.
Hugo McCloud (1980, Palo Alto, California, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Peter Mohall (1979, Löddeköpinge, Svezia) vive e lavora ad Oslo, Norvegia.
Martha Tuttle (1989, Santa Fe, Nuovo Messico, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Open Air
Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Caitlin Cherry, Robert Davis, Danielle DeJesus, Amaryllis DeJesus Moleski, Derek Fordjour, February James, Grace Lynne Haynes, Hugo McCloud, Peter Mohall, Martha Tuttle
Luce Gallery
Mostra collettiva on-line
Dal 24 aprile al 22 maggio 2020
Torino, Largo Montebello 40
+39 011 18890206
info@lucegallery.com
Instagram: lucegallery
Facebook: Luce Gallery
Ufficio Stampa: THE KNACK STUDIO
Tamara Lorenzi
tamara@theknackstudio.com
+39 347 0712934
info@theknackstudio.com
www.theknackstudio.com
Exhibition view, Open Air, on-line group show, Luce Gallery, Turin, 2020, Courtesy the artists and Luce Gallery
Derek Fordjour, Four Man Sweep, 2020, acrylic, charcoal, oil pastel and foil on newspaper mounted on canvas, 106.6 x 208.2 cm (42 x 82 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Hugo McCloud, Banana Head, 2020, plastic merchandise bags on wood panel, 167.4 x 121.9 cm (66 x 48 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Robert Davis (1970, Norfolk, Virginia, United States) lives and works in Brooklyn, New York.
Peter Mohall, The fourth woman (study for the flower market), 2020, tempera grassa, charcoal and acrylic resin on jute, 50 x 40 cm (19.6 x 15.7 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Grace Lynne Haynes, Almost a child, 2019, mixed media on paper, sheet size 50.8 x 106.6 cm (20 x 42 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Exhibition view, Open Air, on-line group show, Luce Gallery, Turin, 2020, Courtesy the artists and Luce Gallery
Danielle DeJesus, El Piraguero, 2020, acrylic and pumice on vinyl table cloth, 30.4 x 40.6 cm (12 x 16 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Dal 24 aprile al 22 maggio, Luce Gallery presenta la mostra on-line “Open Air”, che riunisce gran parte degli artisti rappresentati: Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Caitlin Cherry, Robert Davis, Danielle DeJesus, Amaryllis DeJesus Moleski, Derek Fordjour, February James, Grace Lynne Haynes, Hugo McCloud, Peter Mohall e Martha Tuttle. La collettiva è visitabile sul sito web della galleria, www.lucegallery.com.
I lavori, inediti eccetto pochissime eccezioni, sono accomunati dal formalismo estetico che ognuno degli artisti coinvolti possiede come base della propria ricerca. Attraverso media e linguaggi diversi, le opere esprimono originalità, elemento fondante sia della personalità artistica che del programma di Luce Gallery.
Questo primo progetto espositivo virtuale nasce dalla volontà di reciproco supporto in un momento internazionalmente complesso a causa della pandemia del Coronavirus COVID-19.
La pratica artistica di Stephan Balkenhol deriva dal Minimalismo e dall'Arte Concettuale degli anni Settanta e dal suo desiderio di riportare la figura nella scultura contemporanea rielaborando soggetti classici. Lo scultore tedesco scava da un unico blocco di legno, creando figure in miniatura a cui applica colori brillanti. Suo il bassorilievo “Woman with braid” (2017) dipinto con perfezione.
Attingendo al proprio vissuto e ispirandosi a racconti, mitologie e alla storia afroamericana, Dominic Chambers affronta temi della black identity. Nei dipinti di grande formato “Untitled (Gabriel in Blue)” (2020) e “Blue summer swing time” (2020) riflette sullo stigma sociale e sfida associazioni attribuite al corpo nero, raffigurandolo in momenti di meditazione e contemplazione all’interno di scenari inventati. L’artista afroamericano si interroga sul concetto del velo di W. E. B. Du Bois, secondo cui l’uomo nero è separato da una linea di colore, che gli impone una duplice visione con gli occhi dei bianchi di cui percepisce i pregiudizi.
La pratica pittorica di Caitlin Cherry si contraddistingue per un personale uso del colore, che trasmette all’osservatore un senso di forte energia. L’artista afroamericana guarda sia alla storia dell'arte che alle teorie culturali più sperimentali dell’epoca odierna satura di tecnologia. I soggetti dei suoi lavori, anche installativi, sembrano interessati alla distorsione di ossessioni e simboli della società americana. I dipinti figurativi, tra cui “Cypher” (2020), esplorano l'effetto di polarizzazione e inversione della tecnologia di monitoraggio a cristalli liquidi (LCD) negli schermi malfunzionanti o inclinati. Il risultato diventa metafora della sovraesposizione e colonizzazione di corpi femminili neri nella cultura e nella musica popolare.
I lavori di Robert Davis raffigurano oggetti e persone della sua infanzia a Norfolk in Virginia, negli anni Settanta. Gli acquerelli su carta, come “Tanya” (2020), “Bobby” (2020) e “Angela” (2020), assieme agli oli su tela e i disegni in grafite potrebbero svelare un multiforme ritratto dello stesso artista. Difatti, la ritrattistica è da sempre presente nella sua ricerca basata sul costante interesse per la fluida interrelazione di esperienza, psicologia e identità. Intrisi di nostalgia, i soggetti nelle opere sono profondamente personali e non.
Danielle DeJesus riflette su questioni politiche e principalmente sui traumi subiti da immigrati negli Stati Uniti, dipingendo spesso sulle banconote dei dollari. Attraverso la propria pratica, l’artista documenta inoltre la sua esperienza di americana con origini afro-portoricane. Adattando uno stile di pittura “occidentale” per rappresentare persone di colore, chiarisce le complessità delle identità Black e Brown. I suoi lavori in mostra sono “El Piraguero” (2020) e “Last of a dying breed” (2020).
Ad Amaryllis DeJesus Moleski appartengono i due acquerelli su carta “Glisteninglisteninglistening” (2020) e “The Taker Takes (the fame remains)” (2020). L’artista queer afro-portoricana affronta la rappresentazione di donne - queer, femme, marroni e nere -, che a lungo sono state escluse dalla narrativa artistica dominante. Interessata al simbolismo delle immagini, ma anche appassionata di storie fantastiche e alla mitologia, disegna e dipinge figure femminili del futuro che formano un linguaggio visivo con cui raccontare creazioni terrene e cosmiche. Corpi sinuosi con un terzo occhio si congiungono ad elementi terreni, come arcobaleni, pioggia, pietre, ossa, fiori e tuoni. Il suo immaginario si ispira a illustrazioni alchemiche, religiose, spirituali e antiche, concepite per essere lette come testi.
Il tema centrale nel lavoro di Derek Fordjour è l'esplorazione della "game-ification" nelle strutture sociali e l’intrinseca vulnerabilità dell’essere umano all'interno di una competizione. L’artista ghanese-americano ragiona sulle implicazioni politiche, strategie individuali e collettive, come anche sul ruolo dello spettacolo e relativi interessi. Negli ultimi dipinti torna sui soggetti delle folle e degli eventi sportivi per affrontare le relazioni di potere, i flussi di capitale e la disuguaglianza nella società e nei sistemi economici degli Stati Uniti. I quattro atleti neri di “Four Man Sweep” (2020) sono un team di rematori.
February James si ispira ad una narrazione autobiografica, che cattura l’essenza delle persone. Traendo dalla propria identità e da esperienze vissute nell’ambiente familiare, smaschera il Sé nei momenti che sono difficilmente accessibili. Interessata alla proiezione che l’osservatore elabora sull’opera, l’artista afroamericana dipinge e disegna volti, che esprimono emozioni profonde e spesso celate, come quelli di “Sorrell” (2020), “Roux” (2020) e “Rooney” (2020). Attraverso colori accesi e forme distorte rappresenta l’intangibile del nucleo emotivo, così come può apparire nei ricordi e nei sogni.
Il lavoro di Grace Lynne Haynes, che comprende “Almost a child” (2019), indaga l'esperienza femminile afroamericana e la sua relazione con il colore, l'estetica e la diaspora africana. La sua pratica comprende l'archiviazione di immagini di figure femminili nere nell’America del passato e del presente. L’artista afroamericana si ispira spesso ai loro ritratti eleganti degli anni Sessanta e utilizza soprattutto colori pastello, che di solito non vengono associati alla femminilità delle donne nere.
L’artista afroamericano Hugo McCloud esplora da sempre temi legati al valore del lavoro e all’economia sociale. La sua ricerca rivolge interesse e attribuisce bellezza a materiali non convenzionali, solitamente scartati o ignorati, che manipolati incoraggiano nell’osservatore nuove percezioni. I lavori più recenti, tra cui “Banana Head” (2020), sono realizzati con panelli di legno ricoperti da strati di colorati sacchetti merchandise di plastica, fusi con il calore, e ritraggono facchini, riciclatori di rifiuti e lavoratori incontrati durante viaggi in India, Asia, Africa e America Latina. I grandi pesi caricati sui loro corpi sono reali e per tale motivo queste persone meritano rispetto.
La nuova serie di dipinti di Peter Mohall, che include “Kvinna och hund i skogen” (2020) e “The fourth woman (study for the flower market)” (2020), unisce due approcci pittorici differenti: il motivo figurativo e il suo indice di colore, che consiste in brevi e uguali tratti ispirati a precedenti pitture astratte. Visivamente dal contrasto di questa compresenza sulla tela di juta scaturisce un dialogo. L’artista svedese esamina l'alternanza delle proprietà delle pennellate e l'autenticità pittorica, nonché il cambiamento dei valori ottici del colore. Da una parte l’interazione dei colori e strati nell’immagine raffigurata, dall’altra il gesto cromatico isolato lateralmente.
I lavori di Martha Tuttle catturano le sfumature effimere del tempo e della natura. L'artista americana utilizza pigmenti naturali, anche dalla terra nella sua casa in Nuovo Messico. Le sottili variazioni dei colori e delle ombre derivano da azioni di sfregamento e piegatura. Lo strato più esterno delle opere è coperto da tessuti leggermente drappeggiati. Realizzati con lana filata a mano e per ore battuti con un martello, gli intrecci vengono tinti ripetutamente per ottenere la giusta intensità di colore. Le morbide superfici assorbono la luce e altresì possiedono una propria luminescenza, mentre la frammentazione conserva lo spazio per l'immaginazione. Per questa occasione, invece, vengono presentati gli acquerelli con grafite su carta “When the first strands of gray hair started growing from his beautiful head and his noble chin” (2020) e “Then the Lady Eos stopped coming to his bed” (2020).
Stephan Balkenhol (1957, Fritzlar, Hessen, Germania) vive e lavora a Karlsruhe, Germania, e Meisenthal, Francia.
Dominic Chambers (1993, Saint Louis, Missouri, Stati Uniti) vive e lavora a New Haven, Connecticut.
Caitlin Cherry (1987, Chicago, Stati Uniti) vive e lavora a New York e Richmond, Virginia.
Robert Davis (1970, Norfolk, Virginia, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Danielle DeJesus (1987, Bushwick Brooklyn, New York, Stati Uniti) vive e lavora a Bushwick Brooklyn, New York.
Amaryllis DeJesus Moleski (1985, Bordeaux, Francia) vive e lavora a New York.
Derek Fordjour (1974, Memphis, Tennessee, Stati Uniti) vive e lavora a New York.
February James (Washington, D.C., Stati Uniti) vive e lavora a Los Angeles, California.
Grace Lynne Haynes (1992, Los Angeles, California, Stati Uniti) vive e lavora a Newark, New Jersey.
Hugo McCloud (1980, Palo Alto, California, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Peter Mohall (1979, Löddeköpinge, Svezia) vive e lavora ad Oslo, Norvegia.
Martha Tuttle (1989, Santa Fe, Nuovo Messico, Stati Uniti) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Open Air
Stephan Balkenhol, Dominic Chambers, Caitlin Cherry, Robert Davis, Danielle DeJesus, Amaryllis DeJesus Moleski, Derek Fordjour, February James, Grace Lynne Haynes, Hugo McCloud, Peter Mohall, Martha Tuttle
Luce Gallery
Mostra collettiva on-line
Dal 24 aprile al 22 maggio 2020
Torino, Largo Montebello 40
+39 011 18890206
info@lucegallery.com
Instagram: lucegallery
Facebook: Luce Gallery
Ufficio Stampa: THE KNACK STUDIO
Tamara Lorenzi
tamara@theknackstudio.com
+39 347 0712934
info@theknackstudio.com
www.theknackstudio.com
Exhibition view, Open Air, on-line group show, Luce Gallery, Turin, 2020, Courtesy the artists and Luce Gallery
Derek Fordjour, Four Man Sweep, 2020, acrylic, charcoal, oil pastel and foil on newspaper mounted on canvas, 106.6 x 208.2 cm (42 x 82 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Hugo McCloud, Banana Head, 2020, plastic merchandise bags on wood panel, 167.4 x 121.9 cm (66 x 48 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Robert Davis (1970, Norfolk, Virginia, United States) lives and works in Brooklyn, New York.
Peter Mohall, The fourth woman (study for the flower market), 2020, tempera grassa, charcoal and acrylic resin on jute, 50 x 40 cm (19.6 x 15.7 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin
Grace Lynne Haynes, Almost a child, 2019, mixed media on paper, sheet size 50.8 x 106.6 cm (20 x 42 inches), Courtesy the artist and Luce Gallery, Turin